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Un approccio automatizzato alla globalizzazione dei siti web

233_9518844_s_235pxTraduzione a cura di interlanguage Srl

I siti multilingue sono, per loro stessa natura, progetti molto complessi. L'enorme quantità di contenuti da tradurre scoraggia molte aziende dal localizzare i propri siti in più lingue. Esiste una soluzione più semplice?

Image credit: madmaxer / 123RF Archivio Fotografico

Le prime 50 aziende della lista Forbes Global 2000 pubblicano i propri contenuti di media in 15 lingue, come illustra uno dei più recenti studi condotti da Common Sense Advisory sui 2409 siti più visitati al mondo. Le ultime 1000 società elencate nella stessa fonte, tuttavia, hanno il sito tradotto mediamente in quattro lingue e alcuni siti di questo gruppo supportano addirittura solo una o due lingue. Perché sono così poche le aziende che propongono il proprio sito in più lingue per attrarre visitatori globali, incrementare le vendite a livello internazionale e diffondere la consapevolezza del brand? È possibile globalizzare i contenuti dei siti in modo più semplice e veloce? Questo articolo si propone di analizzare l'approccio tradizionale alla localizzazione dei siti internet e un'alternativa meno complessa, quella dei server proxy di localizzazione.

Come dimostra la nostra ricerca, numerose sono le ragioni per cui le aziende decidono di non localizzare i propri siti. In primo luogo, coloro che sono favorevoli a un sito multilingue devono convincere i loro dirigenti sulle opportunità di questa scelta. Se riescono nell'intento, devono poi decidere quali lingue o paesi offrono il miglior ritorno sugli investimenti per il proprio business. Infine, devono gestire la traduzione di un cospicuo volume di contenuti, peraltro in continua crescita e in un numero di lingue sempre maggiore.

È quest'ultimo passaggio a frenare maggiormente le aziende. I siti multilingue sono tipicamente progetti molto complessi. Per far vivere un'intensa esperienza di consumo ai clienti, i siti globali devono duplicare cartelle, template e applicazioni in decine di lingue. Una volta costruita questa struttura, è necessario tradurre il contenuto aziendale e i componenti interattivi in tutte le lingue. Occorre quindi aggiornare costantemente e coerentemente la struttura e il contenuto, uno degli aspetti più problematici della localizzazione dei siti web.
Per far fronte a tutto ciò che un sito aziendale multilingue implica, spesso le aziende si affidano a processi complessi o a sistemi di gestione delle traduzioni (TMS), con la certezza di riuscire ad aggiornare rapidamente nelle altre 27 o 30 lingue la descrizione dei prodotti modificata nella lingua di partenza. Si tratta tuttavia di sistemi che, per la gestione di traduzione, processi e strutture, richiedono un grande sforzo economico, tecnologico, progettuale nonché di personale.

Ma come lo fanno? Le aziende che hanno localizzato con successo i propri siti internet hanno attinto da un'ampia gamma di soluzioni disponibili. Diamo uno sguardo a due modalità agli antipodi.

Localizzazione tradizionale

Nell'ampia gamma di soluzioni possibili ci sono da un estremo le aziende che aumentano la propria presenza a livello globale in modo organico: fanno costruire a ogni paese i propri siti, quindi li collegano dietro a una "via d'accesso globale", un'unica pagina di accesso che reindirizza ai siti dei singoli paesi. Questo approccio permette alle sedi locali di un'azienda di gestire la traduzione dei contenuti nella propria lingua. Tuttavia il sistema comporta costi rilevanti, in quanto ogni paese deve duplicare le traduzioni, le procedure e le tecnologie e monitorare costantemente ogni cambiamento del sito principale per aggiornare la propria lingua.

I siti che nascono su questo modello del "lasciar fare" richiedono poi un grande dispendio di energie per allineare i contenuti e offrire ai clienti la stessa esperienza di consumo nei vari paesi. I siti risultano diversi tra loro sia se realizzati in maniera indipendente, sia se costruiti su un template comune. Abbiamo analizzato, per esempio il sito globale di un'azienda specializzata nell'high-tech, che è cresciuto in maniera organica in più di 30 paesi. Il nostro sistema di ricerca crawler ha identificato decine di migliaia di varianti in directory, contenuti, traduzioni e applicazioni interattive. Tutte queste differenze rendono meno efficace il messaggio comunicato dall'azienda e meno piacevole l'esperienza di consumo per i clienti.

Dall'altro estremo ci sono le aziende che hanno un approccio più formale e strutturato. Esse creano un mirror del sito corporate per ogni paese o lingua che supportano, gestendo spesso questa procedura in maniera centralizzata e regolamentata, con l'ausilio di un TMS per le traduzioni e la definizione di regole e tempistiche del relativo aggiornamento.

Un'architettura mirror garantisce la stessa esperienza di consumo in ogni mercato: ogni sito duplica l'URL del sito corporate con relativa struttura e contenuti, cosicché, una volta pubblicati online, i siti corrispondono uno a uno per pagine e testi originali e testi tradotti. Le pagine disponibili per il mercato tedesco, per esempio, sono identiche alle corrispondenti in cinese e francese. Si tratta, tuttavia, di uno stato di cose destinato a non durare nel tempo. Già dal secondo giorno dopo la pubblicazione, la business unit negli Stati Uniti aggiunge pagine e directory alla struttura del sito. Dopo un po' di tempo i siti dei vari paesi si assomigliano sempre meno perché i responsabili dell'aggiornamento non riescono più ad allineare strutture e contenuti tra loro.

Naturalmente in mezzo a questi due estremi sono molte le sfumature. Ovunque si trovino all'interno di questo spettro di casistiche, le aziende si sforzano sempre di mantenere il contenuto e il design dei propri siti aggiornato e simile per tutte le lingue in cui il sito è disponibile.

Globalizzazione automatizzata: il localization proxy

C'è un altro modo per offrire siti multilingue con minor impegno in termini di progettazione, sviluppo e gestione. In questo caso, le aziende installano un software specifico davanti ai loro siti. Questo software, detto "localization proxy", intercetta le richieste che provengono da un browser o da un'altra applicazione client e le analizza per capire se possono essere elaborate dal server o dal sito web direttamente. Se una richiesta proviene da una lingua straniera, il server si collega a un database contenente traduzioni già archiviate o generate automaticamente. Vediamo in dettaglio il suo funzionamento.

  • Una richiesta arriva da un browser a www.wiesbadenterprises.com, il sito principale dell'azienda tedesca Wiesbaden Enterprises GmbH, il proxy la intercetta e, basandosi su una serie di algoritmi, decide cosa fare. Come ogni server di qualità, si avvale della geolocalizzazione per identificare il paese d'origine e della negoziazione dei contenuti per determinare la lingua.
  • Wiesbaden Enterprises può anche registrare domini diversi come wiesbadenterprises.de, .fr, e .cz per Germania, Francia e Repubblica Ceca. Tuttavia, quando attiva questi URL, li risolve tramite il DNS e li reindirizza a wiesbadenterprises.com, dove un translation proxy li intercetta.
  • Una volta determinato il paese d'origine del browser, la lingua o la destinazione d'uso, il server decide se la richiesta deve essere elaborata da wiesbadenterprises.com o se può essere gestita direttamente. Per esempio invia una query in inglese e in tedesco al sito .com, dove i visitatori possono decidere se visualizzare il contenuto in inglese o in tedesco. Alcuni server permettono alle aziende di associare un dominio particolare a una lingua così da poterlo visualizzare sempre in quella lingua. Per esempio, ogni richiesta da un dominio .cz darà sempre risultati in ceco. Il server proxy supporta altre opzioni, come la possibilità di lasciare ai visitatori la scelta della lingua.
  • Questo sistema diventa molto semplice quando il proxy agisce direttamente. In questo caso si collega a un database in cui sono contenute tutte le pagine di wiesbadenterprises.com nella lingua straniera corrispondente. Per esempio, se un browser in ceco o in cinese richiede una descrizione prodotto o una pagina "about us", il server cerca quello specifico URL e fornisce la pagina tradotta in ceco o in cinese. Proxy più sofisticati possono localizzare applicazioni web ed esperienze personalizzate, senza limitarsi a pagine statiche visualizzate allo stesso modo da tutti. Alcuni server generano automaticamente ogni pagina così da offrire non solo un'esperienza localizzata, ma addirittura personalizzata, come è il caso delle pagine per i "carrelli della spesa".
  • Altri proxy più sofisticati possono creare esperienze su misura basate sul modo di operare dell'azienda. Gli amministratori dei proxy possono, per esempio, specificare le condizioni di trasmissione del contenuto basandosi su valute estere, leggi sulla privacy, licenze di contenuti o su prodotti disponibili in alcuni paesi e non in altri.
  • Spesso questi proxy includono sistemi di gestione delle traduzioni: il testo in ceco o in cinese può essere generato automaticamente tramite traduzione automatica oppure può essere già disponibile, essendo già stato tradotto o editato da un traduttore umano. Questi sistemi generalmente monitorano le modifiche di un contenuto sorgente in modo da avviare una richiesta di aggiornamento di tutti i contenuti collegati. Quando si modificano per esempio le descrizioni prodotto in inglese, le regole aziendali attivano un processo traduttivo per tutte le lingue supportate, che deve essere completato da centri di traduzione, traduttori freelance o crowdsourcer.
  • Grazie a questo sistema gli sviluppatori del sito wiesbadenterprises.com possono continuare la loro normale attività e modificare il sito sorgente quando vogliono senza dover intervenire sui siti locali, in quanto si affidano al server proxy per mappare automaticamente le directory e le altre strutture. Il server continua a gestire le traduzioni per ogni pagina nelle diverse lingue target e trova le modifiche nel sito sorgente. I fornitori di proxy offrono generalmente servizi di hosting per i database e le traduzioni, strumenti di collegamento ai fornitori di servizi linguistici o ai traduttori freelance e webhook per l'integrazione di altri software di gestione dei contenuti o di traduzione automatica.

Qual è il futuro della globalizzazione dei siti web?

Negli ultimi anni il numero di sviluppatori di questo tipo di server è notevolmente aumentato: Dakhawk, Linguify, Lionbridge (con un sistema supportato da Smartling), MotionPoint, Smartling, SYSTRAN e Translations.com offrono alcuni dei servizi sopra descritti. Le differenze tra questi offerenti risiedono nel loro approccio a questi servizi. SYSTRANLink, per esempio, è improntato sulla traduzione automatica e sul post-editing di siti tradotti automaticamente dai proxy. Smartling va oltre il modello di hosting, offrendo una rete di consegna simile a quella di Akamai che avvicina il contenuto in lingua straniera ai consumatori.

Un server proxy permette a un'azienda di essere online su più mercati più velocemente rispetto alle strutture tradizionali e con maggior rigore rispetto all'approccio decentralizzato nei singoli paesi. Ancora più importante è l'eliminazione dell'incoerenza dei siti e la possibilità di limitare il rischio di errori nell'aggiornamento delle traduzioni. Anche se non elimina la necessità di tradurre, editare e revisionare i contenuti, questo sistema abbatte drasticamente gli sforzi necessari a tenere i siti multilingue costantemente allineati tra loro. Ogni azienda che intenda presentarsi a livello globale può avvalersi di un proxy per eliminare alcuni dei problemi maggiori di progettazione, gestione e aggiornamento dei siti web.

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Don DePalma è fondatore e Chief Strategy Officer della società di ricerca indipendente Common Sense Advisory. È autore di uno dei libri più importanti sulla globalizzazione del business, Business Without Borders: A Strategic Guide to Global Marketing (Business senza confini: guida strategica al marketing globale).

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