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COM&TEC vista da dentro: la parola ai soci

Si conclude la serie speciale di interviste per celebrare i 10 anni di COM&TEC.
Alessandro Stazi, socio di lunga data, e Anna Villa, appena entrata nell'associazione, ci raccontano la loro esperienza e il loro punto di vista su COM&TEC.

Alessandro Stazi: "Fare il comunicatore tecnico? Roba da artigiani esperti"

Anna Villa: "Che sorpresa la redazione tecnica per una traduttrice!"

> 10 anni di COM&TEC: 5 interviste per celebrare l'anniversario dell'associazione!
> Intervista 5: Alessandro Stazi, Anna Villa
> Intervista precedente: Ottavio Ricci, presidente di COM&TEC, "Dieci anni di passi avanti. Ma è arrivato il momento di affrontare il nodo della formazione"

"Fare il comunicatore tecnico? Roba da artigiani esperti"

Alessandro Stazi, ingegnere informatico, si occupa di documentazione tecnica presso CrossIdeas. È socio di COM&TEC da diversi anni. Ha creato e cura il blog www.artigianodibabele.it.

Come sei diventato redattore tecnico?

Fino alla fine del 2004 sono stato impegnato nello sviluppo di applicazioni software basate su diversi standard crittografici e sulla tecnologia della firma digitale. Nei primi giorni del 2005, mi viene affidata la progettazione di tutto il settore della documentazione aziendale, sia per l'area prodotti che per quella di progettazione. In quei primi giorni del 2005 non sapevo cosa fosse un Technical Writer…  poi lo sono diventato!
Attualmente ricopro la posizione di Documentation & Training Manager in CrossIdeas.
Nel 2009 ho aperto il mio blog, www.artigianodibabele.it, il primo blog in lingua italiana in cui si parlava in maniera specifica della professione del Comunicatore Tecnico (una volta usavo il termine Technical Writer, ora lo trovo limitativo) dove racconto le mie esperienze e non solo.

Cosa pensi di COM&TEC?

COM&TEC è un punto di riferimento ineludibile per tutti i professionisti del settore. Attraverso l'associazione ho avuto molteplici occasioni di valutare idee e visioni che mi hanno aperto
nuove prospettive. Ho avuto la fortuna di conoscere tanti colleghi di straordinario valore, con i quali nel tempo si sono instaurati sentimenti di amicizia e canali di collaborazione
che mi hanno arricchito molto sul piano personale e professionale. Chi fa questa professione non può prescindere dallo "scambio" di esperienze e dal confronto con altri colleghi; gli eventi organizzati da COM&TEC sono sempre molto ben riusciti da questo punto di vista.

Come vedi il futuro della nostra professione?

Bisognerebbe fare un discorso molto articolato, ma direi, in sintesi, che la situazione è questa: in Italia la nostra professione non è riconosciuta perché non ci sono percorsi formativi, come invece accade nei paesi anglosassoni dove ci sono corsi a livello universitario, e la mancanza di formazione specifica non rende la nostra professione riconoscibile. Spezzare questo circolo vizioso è la sfida decisiva che dobbiamo vincere.

"Che sorpresa la redazione tecnica per una traduttrice!"

Anna Villa lavora da anni come traduttrice free-lance. Attualmente svolge anche un incarico come redattrice tecnica presso Siemens Building Technologies a Milano.

Tu sei una traduttrice tecnica professionista. Come sei arrivata ad occuparti anche di redazione tecnica?

Ormai fare la traduttrice rende pochissimo, a causa della forte concorrenza internazionale e dei paesi emergenti. Nel mio percorso professionale ho cominciato facendo traduzioni per il settore informatico, anche per un'azienda americana, poi ho cercato nuove opportunità e mi hanno proposto di occuparmi anche di redazione tecnica. È stata una combinazione fra la mia ricerca di opportunità e proposte che mi sono arrivate.

Qual è stato l'impatto che hai avuto con la redazione tecnica?

Non avevo idee precise su cosa avrei dovuto fare. Una prima sorpresa è stata la richiesta di scrivere direttamente in inglese, anche qui in Italia. Poi la mancanza di una formazione specifica: mi sono resa conto che questa professione richiede una serie di conoscenze che vanno al di là delle competenze linguistiche e di scrittura. Qui in Siemens, per esempio, sto imparando ad usare un sistema di redazione complesso, molto diverso da un normale editor di testi; poi occorre usare programmi per usi specifici, come programmi di grafica per produrre ed elaborare direttamente le immagini per i manuali. Sento davvero la mancanza di una formazione specifica.

Come vedi il tuo futuro come possibile redattrice tecnica professionista?

È difficile rispondere, perché in fondo sono capitata in questo settore per caso. Non ho idea della richiesta di mercato per questa professione e delle prospettive che potrei avere. C'è questa richiesta? Attraverso quali canali passa? Sicuramente, poi, ho bisogno di formazione.
Ho l'impressione che quella del redattore tecnico sia una professione emergente, ancora non ben definita, con un ruolo considerato poco importante all'interno di un'azienda. Posso raccontarti un aneddoto che conferma questa sensazione: ho partecipato, senza esito, ad una selezione per un'importante azienda di Milano, che cercava un redattore tecnico. Credo che non mi abbiano scelto anche perché avevano avuto una esperienza negativa con una persona assunta senza verificare che avesse il giusto profilo professionale, e hanno preferito essere prudenti nel mio caso. Praticamente ho capito che loro stessi non sapevano come selezionare questo tipo di personale.