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Il contratto del disegnatore

Per molti tecnici, il concetto di "disegno lineare" suona obsoleto. Inoltre, le possibilità tecniche di CAD e strumenti multimediali portano a chiedersi se l'esistenza stessa del disegno lineare sia ancora giustificata, soprattutto quando si ricorre anche alla fotografia digitale, agli utility video e alle animazioni interattive. Tuttavia, non bisogna essere né nostalgici né minimalisti per trovare ancora qualcosa nel disegno lineare, dato che, con degli strumenti relativamente semplici, consente al redattore tecnico di realizzare delle illustrazioni professionali.

Le ricerche sul cervello ci insegnano che l'occhio non si limita a proiettare una riproduzione dell'oggetto nel cervello, al contrario viene creata una rappresentazione dell'oggetto che, in un processo complesso, coinvolge la regione visiva, quella temporale e l'area "più alta" del cervello, la "corteccia prefrontale".

La tesi già nota da tempo secondo la quale la percezione è un processo attivo e vedere significa "costruire" è stata dimostrata dalle ricerche più recenti. Inoltre, alcuni elementi indicano che le rappresentazioni visive degli oggetti sono prevalentemente bidimensionali e che la spazialità viene aggiunta solo tramite un'interpretazione successiva. Per questo motivo, l'uomo è in grado di trasferire immagini bidimensionali in una rappresentazione tridimensionale, il che, a una più attenta osservazione, non è un processo così scontato.



Fig. 1: in alto, la concezione obsoleta ma avvertita come reale, della percezione: l'osservatore all'interno della testa. In basso una concezione più moderna: i vari aspetti di un oggetto vengono elaborati in diverse regioni del cervello.

L'aspetto interessante per l'illustrazione tecnica è che l'astrazione di un oggetto, vale a dire la riduzione di forme, contorni e colori a caratteristiche fondamentali, non solo è sufficiente per fornire una rappresentazione dell'oggetto, ma è addirittura utile per generarne una migliore rappresentazione. Fare delle buone illustrazioni significa quindi aiutare il più possibile il cervello a rappresentare un oggetto.
Per riassumere: nel XXI secolo il disegno lineare ha ancora pienamente ragione di esistere, dato che nelle foto, nei video e nelle animazioni è molto difficile ottenere li livello di astrazione effettivo fornito da un buon disegno lineare.


Il problema della realizzazione del disegno

Nella pratica, anche gli uffici di documentazione tecnica di grandi dimensioni non vogliono o non possono permettersi un illustratore. Rientra invece nel campo di attività dei redattori tecnici realizzare anche le illustrazioni. Inoltre, molti produttore di software offrono programmi per realizzare illustrazioni completi e dotati di vari strumenti. Una via alternativa è: il reparto progettazione fornisce le illustrazioni come "prodotto residuo" del modello CAD. In entrambi i casi questo non implica tuttavia che la documentazione tecnica debba accontentarsi di un'illustrazione mediocre. Con pochi e semplici strumenti è possibile realizzare delle buone illustrazioni anche in queste condizioni.

Chi usa un apparecchio tecnico, e quindi chi legge le istruzioni, in modo del tutto automatico rivolge la propria attenzione per prima cosa alle figure. È qui che è possibile influire notevolmente sull'impressione che il lettore si fa dell'intero manuale d'uso e di istruzione. Inoltre, le illustrazioni non soltanto migliorano l'impressione qualitativa del manuale, ma motivano anche l'utilizzatore a leggerlo. Vale quindi la pena sotto diversi aspetti affrontare una maggiore spesa nella realizzazione dei disegni. È evidente che il redattore tecnico deve ricevere una formazione migliore per la realizzazione delle illustrazioni, dato che delle buone illustrazioni possono essere considerate il biglietto da visita del manuale.


Strumenti e tecniche
Quali sono i criteri che caratterizzano una buona illustrazione? In questa sede ci poniamo la domanda relativamente al disegno lineare. Come dice il termine stesso, è costituito da linee ed è prevalentemente in bianco e nero. In ambito DTP, il disegno lineare viene chiamato anche "grafica vettoriale", perché nel programma le linee vengono elaborate come vettori. Nel corso della storia, relativamente lunga, del disegno lineare, si è sviluppata una serie di tecniche e di stili.

L'illustratore tecnico può scegliere in quale prospettiva rappresentare l'oggetto, se realizzare un disegno esploso, in trasparenza o in sezione, se lavorare con l'ingrandimento, la lente o le frecce e come eseguire il collegamento al testo per mezzo di numeri di posizione. Queste possibilità sono analizzate di seguito, in parte cercando di ottenere un'esposizione il più possibile razionale.


Le prospettive
Sebbene la prospettiva centrale corrisponda alla visione naturale, si tratta di una vera e propria invenzione. Questa prospettiva consente di costruire nell'immagine i bordi degli oggetti facendoli convergere verso il punto di fuga. La prospettiva parallela è invece più facile da gestire, in quanto le linee parallele dell'oggetto restano parallele tra loro anche nell'immagine.



Fig. 2: tre diverse viste prospettiche; prospettiva centrale, assonometria isometrica e dimetrica


Esistono diverse prospettive parallele con determinati rapporti tra le dimensioni e angoli di osservazione definiti. Le più note sono l'assonometria cavaliera o planimetria, l'assonometria militare o prospettiva a volo d'uccello. Nell'illustrazione tecnica sono rilevanti soprattutto l'assonometria isometrica e quella dimetrica. Nell'assonometria isometrica, tutti gli angoli rispetto al piano orizzontale sono uguali (30°), gli spigoli di un cubo hanno ognuno 120°. In questo modo, le tre viste hanno la stessa importanza. Nell'assonometria dimetrica l'oggetto è leggermente ruotato, in modo da evidenziare maggiormente la vista frontale.

Il vantaggio dell'assonometria isometrica è la possibilità di riutilizzare i dettagli. Ad esempio, l'illustratore deve solo ruotare di 120° una vite per poi poterla "usare" in un foro su un altro lato dell'oggetto. Questa caratteristica era molto importante ai tempi in cui non esistevano i sistemi CAD, in quanto consentiva all'illustratore di risparmiare molto lavoro. È interessante notare che anche oggi, che possiamo creare facilmente viste prospettiche centrali con un sistema CAD, si preferiscono molto spesso quelle in assonometria isometrica. Come se i progettisti e gli illustratori non fossero a loro agio con tutte quelle linee di fuga convergenti. Il fatto da tenere a mente è che l'assonometria isometrica è la rappresentazione prospettica più comune e offre tutti i presupposti per realizzare una riproduzione tridimensionale chiara.


Evidenziare in grassetto i bordi principali
Una tecnica di rappresentazione legata alla prospettiva è il cambio di prospettiva. Quando l'illustratore rappresenta un oggetto in prospettiva, ma ad esempio l'interruttore o la leva sono nascosti sul lato posteriore, è opportuno mostrare l'oggetto da un secondo angolo di osservazione, Oppure l'illustratore rappresenta per un montaggio i due pezzi da direzioni diverse, ad esempio quello superiore dal basso e quello inferiore dall'alto. Ma in questo caso deve esportare le due prospettive dal CAD e combinarle tra loro. Per essere precisi, il risultato è una rappresentazione scorretta, che però non viene notata dall'osservatore.

Nella tecnica delle linee "spesse" e "sottili", come mostrato nella figura 2, le linee spesse vengono usate per i bordi esterni e le linee sottili per quelli interni al fine di potenziare l'effetto prospettico.

Se dal mio punto di osservazione posso mettere un dito immaginario dietro la linea, allora la linea viene rappresentata spessa, altrimenti sottile. Il rapporto tra gli spessori delle linee spesse e sottili dovrebbe essere di circa 2:1. Nei cerchi e nelle ellissi le linee spesse e sottili si fondono.

Realizzare in un secondo momento tutte le linee di un disegno con questa tecnica è naturalmente un compito gravoso, ma spesso è sufficiente rendere spessi solo i bordi esterni principali per ottenere l'effetto desiderato.



Fig. 3: la combinazione di due viste prospettiche consente di ottenere visioni migliori.


Una tecnica di rappresentazione molto usata nei cataloghi dei pezzi di ricambio è la rappresentazione esplosa, in cui i singoli componenti vengono "esplosi" lungo un asse principale. In questo modo sono visibili i singoli componenti, pur restando riconoscibile il contesto del gruppo.

Questo tipo di illustrazione è quindi ottima anche per le istruzioni di montaggio, a patto che l'illustratore rispetti un paio di principi che si differenziano dalla tecnica nota del disegno di pezzi di ricambio: deve contrassegnare l'asse di esplosione di un componente come linea mediana in modo che funga da punto di appoggio per la posizione di montaggio.

Molto adatte a tale scopo sono le viti, dalle quali si traccia la linea mediana fino al foro corrispondente. L'illustratore non deve invece tracciare in modo testardo le linee mediane della posizione di montaggio di tutti i componenti, altrimenti il disegno perderebbe chiarezza. In un disegno esploso, le singole parti devono essere sempre raggruppate in modo adeguato, vale a dire nel modo in cui vengono montate nelle singole fasi. Se il disegno rischia comunque di diventare poco chiaro, può essere d'aiuto ricorrere a componenti evidenziati in grigio; in questo modo si evidenzia un gruppo di singoli pezzi. In alternativa: l'illustratore preferisce realizzare subito un secondo disegno.



Fig. 4: rappresentazione esplosa come istruzione di montaggio


Curare il colpo d'occhio
Gli ingrandimenti o una lente consentono di guidare molto bene la percezione dell'osservatore. Spesso, l'illustratore è anche semplicemente costretto a ingrandire dei dettagli, correndo il rischio di compromettere la visione d'insieme. La lente consente di spostare al centro questi dettagli e di ingrandirli. A volte si può notare che gli stili portano a ottenere rappresentazioni fantasiose. Per quanto riguarda la lente, in molti è casi è sufficiente un cerchio che mostri gli elementi ingranditi. Per la realizzazione, si consiglia di inserire il cerchio nella rappresentazione originaria e poi di duplicarla, ingrandirla e "tagliare" tutte le linee esterne al cerchio.

Nel disegno a in trasparenza, da non confondere con il disegno in sezione, vengono mostrati oggetti e bordi nascosti per ottenere una migliore visione generale. Occorre distinguere i bordi che non sarebbero effettivamente visibili da quelli normali, usando uno spessore minore del tratto, una linea tratteggiata o un colore più chiaro, quindi il grigio invece del nero.

Sfumature al posto del tratteggio
Il disegno in sezione mostra invece l'oggetto come se fosse stato veramente tagliato. Se in passato questi disegni erano opere grafiche impegnative riservate agli illustratori professionisti, oggi possono essere realizzati in modo relativamente semplice con un sistema CAD. Tuttavia, la bravura sta nell'applicare in modo adatto i tagli nei gruppi, in modo da mostrarne l'interno. Inoltre, l'illustratore deve decidere quali elementi non intende tagliare. Ad esempio, non è opportuno realizzare una sezione delle viti di fissaggio, dato che la sezione della vite non fa che irritare l'osservatore.

Un metodo consolidato è quello di far risaltare le superfici della sezione. In questo caso, le sfumature di colore sono più adatte del tratteggio. Il tratteggio delle superfici sezionate è un relitto lasciato dal disegno tecnico che nel disegno in sezione di solito produce solo confusione. Al contrario, un numero anche limitato di gradazioni di grigio (ad esempio 10, 25, 50 e 75 percento) consente di distinguere tra loro molte superfici, dato che è possibile usarle più volte.
La rappresentazione fantasma, infine, sposta sullo sfondo le parti meno importanti e mette in rilievo quelle importanti. In questo caso "parti importanti" significa importanti per la descrizione, e non per il gruppo illustrato. Questa evidenziazione può essere ottenuta con spessori diversi o con superfici evidenziate in grigio.



Fig. 5: la combinazione di tecniche di rappresentazione diverse è assolutamente opportuna.


Esistono poi strumenti di illustrazione molto costosi come le ombre, i colori, le luci o le tinte digradanti. Questi strumenti sono belli da vedere, ma occorre considerare il rapporto tra spesa e risultato. Lo stesso dicasi per la ricalcatura delle fotografie. Nel caso di un secondo utilizzo per materiale pubblicitario può valere la pena affrontare la spesa, per un disegno lineare didattico normalmente no.

Nelle illustrazioni, le frecce sono un'arma a doppio taglio. Se si sa cosa devono significare – e si spera che l'illustratore lo sappia – allora sono univoche. Ma per l'osservatore non è sempre chiaro cosa dovrebbe sapere l'illustratore. Una freccia significa una direzione di movimento, ma può anche indicare semplicemente un riferimento o un'istruzione, come mostrato dalle figure 3 e 5. La freccia può anche significare velocità o accelerazione. Dato che gli equivoci sono particolarmente probabili nel caso delle frecce, l'illustratore farebbe bene a usarle con parsimonia e buon senso.


Combinazioni di stili
Alla fine dell'analisi degli stili, prendiamo in considerazione anche il bordo della figura. Le illustrazioni sotto forma di dettaglio sono molto frequenti. A questo punti ci si chiede come trattare gli oggetti che vengono separati dal bordo dell'immagine. Spesso si vedono linee di separazione arcuate, conosciute anche nel disegno tecnico. Le linee possono tuttavia anche essere semplicemente tagliate, senza per questo mettere in dubbio che si tratti di un oggetto ritagliato – vedi figura 4.

È solo combinando i vari stili che l'illustratore può veramente esprimere la propria creatività. Nella figura 5 sono state apposte delle frecce sulle parti mobili ed è stata usata una lente per l'ingrandimento. Inoltre, le parti superflue sono state tralasciate come in un disegno fantasma e quelle importanti messe in evidenza con una superficie evidenziata in grigio.


Numeri di posizione in senso orario
I numeri di posizione sono un elemento importante e si ritrovano quasi in ogni illustrazione tecnica. Essi collegano il disegno con il testo corrispondente e possono contribuire enormemente alla sua comprensione. Stranamente, anche in questo caso si verificano dei problemi, a volte dovuti solo allo strumento di esecuzione. In generale è meglio creare i numeri di posizione direttamente nel programma di disegno, dato che le possibilità offerte dai programmi di elaborazione testi e di DTP in questo campo non sono sufficienti.

Dal punto di vista puramente formale, per i numeri di posizione vengono sostenuti strani dogmi. Molti illustratori sostengono che le linee dei numeri devono essere sempre perpendicolari al bordo dell'immagine, il che non è comprensibile né dal punto di vista didattico né da quello estetico. Sempre dal disegno tecnico proviene la cattiva abitudine di mettere un pallino o addirittura una freccia all'estremità del numero di posizione, vale a dire dentro l'immagine. Anche in questo caso si tratta di una procedura che fornisce risultati insoddisfacenti dal punto di vista estetico e della chiarezza. In questo campo, è decisamente meglio togliere piuttosto che aggiungere.

Fig. 6: disegno in sezione con superfici di sezione evidenziate in grigio


È sufficiente che la linea della posizione termini semplicemente nel punto da indicare. Molto più importante è che risalti dal disegno, evidenziata da un'ombra bianca, e che non sia parallela ad altre linee dell'oggetto – figura 6.

È opportuno ripartire a debita distanza tra loro e in senso orario non più di sette o otto numeri di posizione, eventualmente raggruppandoli in modo funzionale.


Riassunto
Quando si realizzano delle illustrazioni si deve sempre tenere presente che nel cervello le illustrazioni diventano delle rappresentazioni. Esse devono aiutare l'osservatore a interpretare correttamente l'oggetto raffigurato. A tale scopo è necessario prendere le distanze dalle convenzioni del disegno tecnico e impiegare in modo adeguato tutti gli stili disponibili. Infine, l'illustratore non deve lasciarsi travolgere dal gran numero di possibilità offerte dai CAD. Sembra paradossale, ma purtroppo nella pratica avviene fin troppo spesso che a causa delle numerose possibilità tecniche si perda di vista il vero obiettivo – il che nelle illustrazioni tecniche rappresenta un errore fatale.