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La Terminologia

Che cos'è, a cosa serve, quali strumenti si usano e quali sono i vantaggi?

La terminologia: a che cosa serve?

La terminologia serve innanzitutto a definire i concetti, ovvero il significato, il contenuto delle parole, in modo da non confonderle con altre (simili) e per poterle confrontare e quindi anche tradurre correttamente in altre lingue, specialmente quei termini che all'interno di un settore hanno un significato molto specifico (ad es in ambito giuridico) oppure quelli che all'interno di un'azienda vengono utilizzati per designare un concetto particolare. I problemi derivanti dall'uso della terminologia imprecisa o sbagliata sono molteplici e con conseguenze più o meno gravi, da semplici incomprensioni tra gli interlocutori (nel nostro esempio tra i vertici aziendali, ma anche tra azienda-cliente, venditore-acquirente, nel rapporto azienda-consumatore ecc.) a ritardi (ad es. nelle forniture perché la merce non corrispondeva alle specifiche richieste) fino ad arrivare a situazioni anche molto critiche, basti pensare alla responsabilità del produttore che impone che oltre al prodotto venga fornita anche una documentazione comprensibile, chiara e corretta, oppure a traduzioni in ambiti particolari quali la medicina o i brevetti. Ecco perché ogni azienda che si occupa di documentazione multilingue dovrebbe prima o poi affrontare il lavoro terminologico.

 

La terminologia: che cos'é?

Per lavoro terminologico intendiamo quel processo che si occupa di raccogliere in modo più o meno sistematico la terminologia in una o spesso più lingue, di selezionarla, standardizzarla e metterla a disposizione di diversi utenti (redattori, traduttori, revisori, responsabili marketing ed altri).

Basta una breve ricerca su internet per rendersi conto delle varie forme di glossari e raccolte di termini specialistici che esistono nei vari settori, a volte con spiegazioni, definizioni, commenti sull'uso e altre informazioni utili a "regolamentare" l'uso dei termini tecnico-scientifici o per renderli comprensibili a chi non è un esperto del settore, ad esempio il traduttore. Così possiamo trovare glossari monolingue oppure raccolte di termini standardizzati e regolamentati dai vari enti di unificazione (ISO [www.iso.org], DIN [www.din.de], UNI [www.uni.com]) oppure ancora grandi banche dati (ad es. la bancadati multilingue dell'UE chiamata IATE [http://iate.europa.eu]).

Tutte queste raccolte di termini possono essere definite, in modo generico, "prodotti terminologici" (perché appunto rappresentano il prodotto del lavoro terminologico) o "risorse terminologiche".

Al di là del mero utilizzo di risorse terminologiche esistenti l'azienda che si occupa di documentazione multilingue e quindi di traduzioni in modo diretto (gestione delle traduzioni in casa) o indiretto (traduzione in outsourcing) dovrà valutare anche la necessità, o forse meglio, le esigenze e le potenzialità derivanti dalla stesura di glossari contenenti i termini relativi ai propri prodotti e servizi, processi di fabbricazione o a particolari tecnologie, a marchi, ai processi aziendali e così via.

Spesso un primo passo è la raccolta di liste di termini in forma tabellare, in Excel o Word, di termini nella lingua principale (la lingua in cui vengono redatti principalmente i contenuti, eventualmente anche diversa dalla lingua madre dei redattori nel caso ad es. di aziende che per facilitare la comunicazione tra le varie sedi hanno deciso di adottare l'inglese come lingua interaziendale) con l'individuazione dei termini corrispondenti in un'altra o diverse lingue straniere. Talvolta queste liste di termini sono corredate da ulteriori informazioni ad es. grammaticali, relativi all'uso (termini preferiti, da non usare, riferimenti normativi ecc.).


Fig. 1: esempio di scheda terminologica bilingue (italiano-tedesco) con indicazione di settore, riferimenti normativi, termini sinonimi e termini preferiti (ad es. dal cliente o relativi ad un particolare progetto)

Volendo avviare un progetto terminologico seguendo un approccio sistematico e in un'ottica di lungo termine, i fattori da prendere in considerazione sono in modo particolare: gli obiettivi e gli scopi del lavoro terminologico e i fruitori dei prodotti terminologici (redattori e/o traduttori), il budget e la tempistica, gli strumenti da utilizzare per il lavoro terminologico e gli strumenti per gestire, condividere e pubblicare (su quali mezzi) i glossari. Una volta chiariti questi dettagli sarà possibile procedere alla selezione degli strumenti da impiegare (strumenti di estrazione terminologica, strumenti di gestione terminologica) calcolando il costo iniziale e gli oneri accessori (formazione delle persone, aggiornamenti, ecc.) ed infine quello del lavoro terminologico iniziale e quello continuativo, e definendo inoltre le responsabilità delle persone ed un workflow. In una fase iniziale infatti sarà necessario provvedere alla raccolta del materiale, alla spoglio di termini (effettuato anche con strumenti informatici cd. di estrazione terminologica) e alla registrazione delle schede terminologiche  contenenti i termini nelle varie lingue con eventuali informazioni descrittive (definizioni, fonti, status). Dato che la terminologia è una realtà dinamica, che vive, sarà anche necessario provvedere agli aggiornamenti, a integrazioni e correzioni. Va da sé che non sempre questi progetti potranno essere gestiti direttamente in azienda, sia per mancanza di risorse personali sia per mancanza delle necessarie competenze e specializzazioni del personale richiesto, motivo per il quale molto spesso questo progetto viene affidato in outsourcing ad agenzie di traduzioni specializzate nel settore terminologico.

Per affrontare bene un progetto terminologico è naturalmente importante utilizzare gli strumenti più idonei. Fogli di calcolo e programmi database generici (Access) possono essere una buona base, ma per gestire terminologie più complesse ben presto queste soluzioni si riveleranno poco pratiche. Esistono infatti specifiche applicazione per gestire appunto dati terminologici. Oltre ai programmi integrati negli strumenti CAT [http://it.wikipedia.org/wiki/traduzione_assistita] (e quindi non fruibili da chi non ha intenzione di acquistare tali pacchetti software) sono disponibili anche prodotti stand-alone, venduti e utilizzabili separatamente.

Questi programmi si distinguono non solo per il loro prezzo ma innanzitutto per  le loro funzionalità, la loro flessibilità di adattamento a particolari situazioni di lavoro e workflow, alla possibilità di condividere i dati in tempo reale in una rete LAN (client-server) o addirittura con sistemi web-based tramite Internet, la loro interfacci abilità con altri strumenti (ad es. strumenti di redazione, strumenti CAT, strumenti di localizzazione [http://it.wikipedia.org/wiki/localizzazione], strumenti Quality assurance per progetti di traduzioni), il supporto di standard per lo scambio di dati terminologici, il supporto di standard per l'uso di questi dati in sistemi di traduzione automatica.

Quali sono i vantaggi?

Raccogliere più o meno sistematicamente i termini utilizzati nella produzione di testi  non è solo utile ai fini della traduzione come vedremo in seguito. Un aspetto importante, che fino ad oggi è stato poco considerato, è che tali glossari potranno essere anche un punto di riferimento per i redattori stessi, fornendo loro già una lista dei termini ad es. consentiti e quelli da non utilizzare (ad es. varianti lessicali, termini imprecisi o impropri), fattori che influenzano la qualità dell'elaborato stesso (manuale, guida in linea ecc.) e molto facilmente portano a situazioni problematiche nella traduzione. Un esempio concreto: se nella redazione vengono utilizzati i termini "sportello" e "porta" per designare lo stesso oggetto, molto probabilmente anche nella traduzione verranno scelti termini diversi, con il dubbio di non sapere in che modo si differenziano i due oggetti e con conseguenti problemi di comprensione per l'utente finale del testo in lingua originale o tradotta. Provvedendo solo successivamente ad una correzione, il numero delle modifiche cresce in modo esponenziale (una sola correzione nel testo di partenza moltiplicato per i vari testi in cui ricorre moltiplicato per ogni altre lingua ed ogni testo di tale lingua). Volendo citare un esempio: se in azienda vengono utilizzati i termini "quota fissa", "corrispettivo fisso", "contributo fisso" e "contributo in quota fissa", questo non può che confondere sia chi legge il testo sia chi deve tradurlo.

Si tratta di risorse particolarmente utili in fase di traduzione, sia perché i concetti da tradurre sono molto specifici e quindi non sempre il traduttore sarà in grado di selezionare il termine più appropriato, sia perché in azienda è in uso una terminologia specifica, particolare, che non rientra nel linguaggio "tecnico-scientifico" generalmente utilizzato. Definire a priori i maggiori tecnicismi di un testo significa ridurre il tempo della revisione o verifica da parte del cliente, e fornisce inoltre uno strumento molto utile nella valutazione generale di una traduzione (ad es. l'uso o il mancato uso dei termini prescritti).

I glossari così creati risulteranno poi importanti dato che potranno essere utilizzati direttamente nei cd. CAT tools (link wikipedia), applicazioni specifiche di supporto al traduttore che in fase di traduzione suggeriranno automaticamente al traduttore i termini e i loro traducenti contenuti nel testo da tradurre (risparmio di tempo nella stesura della traduzione, eliminazione di refusi dato che i termini tradotti verranno copiati direttamente dal glossario), situazione che inciderà in modo positivo sulla successiva fase di revisione: dato che al traduttore vengono proposti i termini già in fase di traduzione sarà meno frequente il caso in cui il traduttore utilizzi termini diversi da quelli definiti; inoltre i glossari rappresentano uno strumento potente da utilizzare nella verifica della traduzione completata, in fase di revisione. Grazie a specifiche funzioni disponibili nei CAT tools oppure appositi programmi QA (quality assurance) è possibile verificare per l'appunto se nella traduzione sono stati utilizzati i termini standardizzati del glossario o in caso di divergenze segnalare la relativa frase da verificare.


Fig. 2: esempio di un report di verifica terminologico su una serie di file tradotti, con indicazione dei segmenti contenti errori terminologici (mancato uso del termine presente nel glossario di riferimento).

Volendo automatizzare il più possibile i processi di traduzione e qualora le condizioni fossero favorevoli (ad es. testi ad alto grado di ripetizioni, tipologie testuali con strutture sintattiche non complesse, disponibilità di grandi quantità di testi tradotti disponibili in formato bilingue) da valutare l'integrazione di sistemi di traduzione automatica che, se correttamente "allenati" potrebbero rappresentare un vantaggio non indifferente. E proprio in questo anche che la disponibilità di glossari risulta fondamentale dato che le risorse terminologiche rappresentano un elemento di riferimento principale per tali sistemi di traduzione automatica.

Conclusione

Se da un lato il lavoro terminologico significa fare un investimento a medio-lungo termine e quindi non sempre facile da valutare per quanto riguarda il suo ROI, dall'altro lato è anche vero che la gestione di risorse linguistiche di questo tipo permettono di snellire determinate operazioni (ricerca, verifica di termini ecc.) e rappresentano quindi uno strumento importante per quanto riguarda l'assicurazione della qualità nella documentazione multilingue.